1. Cartella 1. Corrispondenza Riboldi–Ivanov Pavia, 12 settembre 1926 Lettera autografa di L. Riboldi a V. Ivanov (1c.) redatta su carta intestata di: Humilitas, Almo Collegio Borromeo Pavia. Ringrazia molto Ivanov per la sua risposta e si dice felicissimo della sua prossima partecipazione al Collegio. Annuncia che il venerdì prossimo ci sarà il Consiglio d’Amministrazione e così potrà dargli una risposta definitiva. Pavia, 27 settembre 1926 Lettera autografa di L. Riboldi a V. Ivanov (1 c. fronte e retro) redatta su carta intestata di: Humulitas, Almo Collegio Borromeo Pavia. Annuncia la decisione del Consiglio D’Amministrazione riguardo alla partecipazione di Ivanov al Collegio. Presto egli riceverà una lettera ufficiale dal Presidente del Consiglio e circa ad ottobre egli sarà già a Pavia. Riboldi si dice fiero e lieto di tutto ciò. Pavia, 8 ottobre 1926 Lettera autografa di L. Riboldi a V. Ivanov (1 c.) redatta su carta intestata di: Humilitas, Almo Collegio Borromeo Pavia. Per motivazioni interne al Collegio devono rimandare l’ospitalità a V. Ivanov a dopo il 20 e sarebbe meglio intorno al 25. Nomina il Presidente del Collegio Pietro Vaccari. Pavia, 15 novembre 1926 Lettera autografa di L. Riboldi a V. Ivanov ( 1 c.) redatta su carta intestata di: Humilitas, Almo Collegio Borromeo Pavia. Dopo aver parlato con il Presidente del Consiglio Riboldi riferisce a Ivanov I patti per la sua partecipazione al Collegio. Gli spettano trenta lire per lezione e si farà in modo che gli vengano accumulate almeno seicento lire mensili. Pavia, 14 giugno 1927 Lettera autografa di L. Riboldi a V. Ivanov (1 c. fronte e retro). Riferisce a Ivanov che il Consiglio non ha deciso nulla in merito alla conferenza sua ma si è dimostrato favorevole. Milano, 13 ottobre 1927 Lettera autografa di L. Riboldi a V. Ivanov (1 c.). Riboldi ha saputo da Lidia che il figlio è gravemente malato e dunque adesso egli scrive a Ivanov per donargli il suo conforto. Scrive: «Eletto per il Mistero, lasciamo che Dima resti, tutto e solo, nelle mani del dolce e terribile Nume– nomine iam signature Christi». s.l., 21 dicembre 1927 Lettera autografa di L. Riboldi a V. Ivanov ( 1 c. fronte e retro). Scrive per dare il saluto a Ivanov e ai suoi figli, dispiaciuto di non averglielo potuto dare a Pavia a causa di un «fastidioso» impedimento. Parla di Pavia come del proprio Purgatorio terrestre dove si purifica. Si rivolge a Ivanov con l’appellativo «Vecchio giovane». s.l., 20 marzo 1928 Bigliettino di Riboldi per gli auguri di Pasqua per la famiglia Ivanov. Vi si legge che il mittente non si trova in ottime condizioni di salute. Si compiace che la presenza alle lezioni di Ivanov sia «più regolare». Note: il biglietto è redatto su cartoncino funebre ma non se ne comprendono le ragioni ed è firmato «Rettore» anche se sappiamo che dal 28 al 39 in qualità di Rettore del Collegio Borromeo si insediò Rinaldo Nascimbene. Genova, 31 marzo 1928 Cartolina postale con illustrazione di:Alassio, Istituto S. Francesco.La chiesa e la grotta di Lourdes, redatta da Riboldi per V. Ivanov. Scrive per far giungere gli auguri per la Pasqua (8 aprile) in tempo e per ringraziare dei saluti mandati attraverso il professor Brunello. Porge i saluti anche ai figli di Ivanov. s.l., 18 giugno 1928 Lettera autografa di L. Riboldi a V. Ivanov (1 c. fronte e retro). Purtroppo si dice impossibilitato di raggiungere Ivanov a Pavia il giorno successivo e dunque dovranno rimandare il loro incontro a ottobre. Manda un amoroso pensiero a Lidia. Note: Riboldi si rivolge a Ivanov con l’appellativo : Bel Vecchio che lascia trasparire tutta l’affettuosa amicizia e stima che li lega. s.l., 27 febbraio 1930 Lettera autografa di L. Riboldi a V. Ivanov (1 c. fronte e retro). Ringrazia dell’ospitalità «russa» e del sorriso che Ivanov riesce a mettere sul viso. Manda I saluti a Nascimbene che definisce «Justus homo». s.l., 18 marzo 1930 Lettera autografa di L. Riboldi a V. Ivanov (1 c.). Parla della propria scelta di «vestirmi di bianco e nero» per «prendere l’oscuro passaggio in silentio et ordine nella compagnia [....] ei numerosi santi domenicani [...]». E poi conclude la lettera scrivendo: «Sappiatelo: è ancora e sempre l’intramontabile ancora della vita che mi spinge tra gli Inquisitori spenti.». Milano, 26 maggio 1930 Lettera autografa di L. Riboldi a V. Ivanov (1 c. fronte e retro). Scrive dicendo di non aver risposto alle due precedenti lettere di Ivanov del 30 aprile e del 23 maggio poiché non era riuscito a rintracciare Il Console Generale di Germania, Schmidt. Adesso è riuscito nell’impresa e riferisce a Ivanov che egli gli ho detto di scrivergli. Appiano, 19 agosto 1932 Lettera autografa di L. Riboldi a V. Ivanov ( 1 c. fronte e retro). Definisce la famiglia di Ivanov come «Eden dai tre alberi singolari, il cipresso dorato che siete voi, il pioppo canoro che è Lidia, il salice sacro Dima.» Ringrazia per l’ospitalità da loro ricevuta. Chiede a Ivanov di dire a Dima di cercare a Bolzano il Dottor De Villas, o ancora il Dottor Cevolotto e in ultima istanza il Dottor De Ferrari e in tutti i casi potrà presentarsi a nome del Dottor [Sanoll] di Appiano. Chiede infine di poter avere l’indirizzo di Flamingo per poterle scrivere due righe. Manda I saluti anche alla «compostissima Calvi». Trento, 16 settembre 1932 Cartolina autografa di Riboldi a V. Ivanov, con illustrazione di:Trento-il Duomo. Riboldi scrive dalla «città del Gran Concilio» a Ivanov per comunicargli che ha trovato il numero 142 di [Cultura dell’Anima:Corrispondenza] e che lo sta leggendo e poi gliene scriverà. Si legge: «Già mi sento «inquisitore». Voi, se non vi salvasse la poesia, sareste il demone dell’oscurità. Vi odio, e vi ammiro; ma soprattutto vi amo” Appiano, 19 settembre 1932 Lettera autografa di L. Riboldi a V. Ivanov (1 c. fronte e retro). Scrive al caro amico dell’arrivo di Lidia presso di lui. Riboldi dice di aver pregato Lidia di rimanere per l’inverno a Milano così saranno vicini e a Milano essa potrà anche trovare lavoro. Forse prima del 30 potrebbe capitare all’Assunta. Manda I saluti a Dima definendolo «filosofo buono», e aggiunge «e il padre lasciamolo nel suo “angolo” di conservatore oggettivistico». Note: Riboldi si rivolge, all’inizio della lettera, ad Ivanov definendolo: «Mon cher Vieux de la Montagne». Milano, s.d. Lettera autografa di L. Riboldi a V. Ivanov (1 c. fronte e retro). Dice che un esaminando di Ivanov, Roberto Battaglia dell’Istituto [Badini], ha molta paura di lui e del suo «implacabile inglese». Riboldi dice di aver detto all’allievo che Ivanov è «ferocissimo» di testa ma «nel cuore estremamente scandalosamente largo». Ha detto ciò all’esaminando per tranquillizzarlo ma senza togliere in lui il «santo timore dell’esame». Chiede a Ivanov di aver indulgenza verso di lui.
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2. Cartella 2. L. Riboldi-O. Chor s.l., 19 luglio 1928 Lettera autografa di L. Riboldi a O. Chor (1 c.). Riboldi da l benvenuto a Ol’ga Chor e le chiede di raggiungerlo in casa sua alle 11 della mattina successiva e di attenderlo lì in caso di ritardo. Ci sono dei libri che potranno tenerle compagnia. Dice che questo incontro è a seguito delle istruzioni di Lidia. s.l., 21 ottobre 1928 Lettera autografa di L. Riboldi a O. Chor (1 c. fronte e retro). Parla della propria «ammalata» che egli intende spingere «tirannicamente» a [Ragatz]. La malattia che l’affligge è l’artrite deformante ma a Ragatz sarà possibile accertare la malattia. Prega di salutar per lui Ivanov «il geniale» e «la mia povera Lidia». Milano, 25 ottobre 1928 Lettera autografa di L. Riboldi a O. Chor (1 c. fronte e retro). Scrive della presenza di Lidia lì a Milano. Riboldi rimpiange un mancato incontro con O. Chor. Chiede consiglio ad Olga riguardo al paese in cui possano meglio curare l’artrite deformante. 15 giugno 1931 Lettera autografa di L. Riboldi a L. Ivanova. Ha ragione ad essere fedele a padre Schaeffer («mi ero dimenticato che tu già di appoggiavi a una colonna del tempio. Egli ti aiuterà a superare questo momento di piena»). Cerca di confortare Lidija in un evidente momento di difficoltà emotiva («Sopporta, senza sgomenti e senza esaltazioni, questo tormento del vivere in fecondità»). È contento che conosca De Luca. Ringrazia della traduzione esatta delle righe del Flamingo. Note: Su Giuseppe De Luca e V. Ivanov si veda: Roncalli, Marco, Giuseppe de Luca e Venceslao Ivanov. L’incontro di due anime e alcune lettere inedite, in «Europa Orientalis» 2002, 2, 19-59. 22 luglio 1931 Lettera autografa firmata p. Josef a L. Ivanova. Non deve preoccuparsi «Egli lascerà decadere nel male la tentazione», «Egli vorrà elevarla nel bene». Le sarà grato se lo terrà informato sul suo lasciar Roma. Consigli da darLe non ne ha, poiché ha vicino Schapfer («sei in buone mani, da poter sapere con nettezza il bene e il meglio dell’anima tua»). Spera che ella arrivi a Flamingo più illuminata, se non pacificata. Le invia un articolo sul padre («Il filosofo è Gancikoff, del quale ti sarò grato d’aver l’indirizzo»). [Appiano] 17 agosto 1931 Lettera autografa firmata p. Josef a L. Ivanova. Si trattiene ad Appiano sino al 15 settembre, poi a Bologna, dove dirà i suoi voti nella 2a metà di ottobre. Poi si recherà a Milano per qualche giorno di licenza, quindi a Roma, mentre Belgio e Friburgo sono un mero desiderio. Per quanto riguarda Lidija: la devastazione che porta via tutto è dolorosa («il miglior mezzo d’implorare altrui un bene spirituale è proprio l’errore? Perché, dopo tutto, questo è un errore. Forse, o mi sbaglio, tu ti allontani da quella serena e severa linea religiosa che ti fece, con me, salvatrice. Pensaci»). Saluti ad Ivanov e a Dima. Ha fatto bene a non recarsi da lui, sarebbe stato un «inutile strapazzo». Note: Il luogo si ricava dal testo («Resto ad Appiano fino al 15 settembre»). Appiano 7 novembre 1932 Lettera autografa firmata p. Josef a L. Ivanova. Prega Lidija di ringraziare Dima da parte sua per aver fatto le sue veci. Ella non è vuota, scambia per vuotaggine la sua umiltà che «nella pause del canto (nel pre-canto) diventa addirittura assoluta povertà di sé. Ama Dima, «quel fanciullo uomo» in grado di vivere «gentilmente» («Non dico eroicamente, perché la sua forza e il suo coraggio sono geniali e senza sforzo»). Le consiglia di riposare.
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3. Cartella 3. Lidia, Dimitri e Venceslao Ivanov– Riboldi Roma, 24 aprile 1927 Lettera firmata col nome di Demetrius Ivanov ma scritta con la grafia di V. Ivanov, rivolta a L. Riboldi (1 c.). Ringrazia Riboldi per l’ospitalità generosa avuta nei suoi riguardi. Scrive: «Nelle colonne quiete del cortile Borromeo è rimasto impresso il volto Suo, e moltissimi saloni, sale, cancelli, statue parleranno ad altri Borromei del loro creatore». Dimitri ricorda l’importanza che le parole di Riboldi ebbero nella sua vita e lo ringrazia di tutto ciò. Note: la lettera è scritta nell’anno in cui L. Riboldi termina il proprio ruolo di Rettore del Collegio Borromeo.Note: è stata ritrovata la minuta della seguente lettera con la grafia dello stesso Dimitri, ma non è completa. Roma, 23 aprile 1927 Lettera firmata col nome di Lidia Ivanov ma redatta con la grafia di V. Ivanov, indirizzata a L. Riboldi (1 c. fronte e retro). Lidia ringrazia Riboldi per l’ospitalità ricevuta durante le feste pasquali, durante le quali tra le altre cose Lidia e Dimitri hanno potuto vivere vicino al proprio padre. Elogia più volte l’ambiente sereno e stimolante che si respira al Collegio. Parla di «gusto, ordine e finezza» che sono frutto dell’attività di Riboldi stesso. «Nella sua personalità abbiamo potuto vedere e amare la migliore Italia spirituale, l’Italia dei tiranni raffinati, pensierosi, appassionati e dominanti.» Lidia dice che il viaggio di ritorno verso Roma è stato altrettanto interessante anche se stancante. Lei e Dimitri sono passati per Milano, Genova, sono passati per la Riviera, Portofino, Pisa. Note: la seguente lettera e quella precedentemente illustrata sono redatte su un unico foglio. s.l., 4 maggio 1927 Lettera firmata a nome di Lidia Ivanova ma redatta per mano di V. Ivanov, indirizzata a L. Riboldi (2 c.) redatta su carta intestata di: Humilitas almo Collegio Borromeo Pavia. Si fa riferimento ad una lettera di Riboldi ricevuta con grande gioia da Lidia. Elogia Riboldi in quanto: «tiranno buono» e enuncia le proprie riflessioni sul romanticismo e racconta di una leggenda indiana che dimostra l’inutilità del romanticismo astratto. Giunge alla conclusione che con questo genere di romanticismo si potrebbe persino arrivare a dimenticare Gesù. Riportiamo la frase: «E dopo di averlo conosciuto è certo semplicissimo e naturale di dire un si assoluto a tutta la tradizione senza esclusione, poiché la Chiesa e il Suo nimbo, la sua gloria, i Suoi indumenti. E soltanto allora la religione diviene una forza, la tradizione viva.». Lidia si definisce qui «razionalista», e chiede aiuto al «buon tiranno» per «distruggersi se stessa. Perché è una croce il razionalismo e poi so che è un delitto plebeo contro la bellezza e la generosità». Manda i ringraziamenti anche da parte di Dimitri. Note: si tratta di una copia della lettera realmente spedita a Riboldi e in archivio è conservata anche la copia autografa di Lidia redatta a matita e recante varie correzioni della stessa. s.l., 29 maggio 1927 Lettera firmata a nome di Lidia Ivanov ma redatta per mano di V. Ivanov (1 c. fronte e retro), su carta intestata di: Humilitas Almo Collegio Borromeo Pavia. Scrive per ringraziare Riboldi per le parole che le ha dedicato e che coincidono ai suoi pensieri. Lidia ritiene che il Collegio non potrà mai più avere un Rettore così «buono, caro». Scrive che Dimitri non andrà al Collegio poiché non o farebbe volentieri. é felice che il suo razionalismo non sia, a detta di Riboldi, «vero razionalismo». Negli ultimi tempi Lidia si dice insolitamente serena come non accadeva da anni e si domanda se questo sia merito della propria volontà o dell’aiuto della Grazie divina. Ha iniziato a scrivere la lettera in una condizione di preoccupazione per la possibilità che il suo visto non arrivasse in tempo ma adesso Dimitri le ha portato la notizia che il visto è pronto in Consolato. Dice che partirà lunedì sera e conta di passare qualche ora a Pavia nel pomeriggio del martedì. In ogni caso invierà un telegramma. Manda I saluti di Dimitri. Parigi, 7 giugno 1927 Lettera firmata col nome di Lidia Ivanova ma redatta per mano di V. Ivanov, indirizzata a L. Riboldi ( 2 c. di cui una fronte e retro). Lidia si trova da due giorni a Parigi e racconta le proprie impressioni sull’ambiente della città. La vita parigina è insieme affascinante e desolante. Tuttavia Lidia scrive: «la stagione è in pieno sviluppo». Indugia su alcune riflessioni riguardo il ruolo della chiesa nel rapporto tra l’uomo e Dio. Scrive: «non rinuncio alla mia volontà di contare sulla chiesa cartolina, cattolica perché è la più completa». Milano, s.d. Opuscolo commemorativo (2 c. fronte e retro) dedicato a P. Giuseppe Leopoldo Riboldi, nell’ordine dei Frati Predicatori, Milano (30 dicembre 1885 4 agosto 1966). All’interno dell’opuscolo si leggono le parole scritte da Luigi Meda in suo onore. Sul retro della seconda pagina leggiamo una breve biografia. s.d. Busta la lettera priva di timbro postale, è indirizzata a: Al Reverendissimo don Leopoldo Riboldi Rettore dell’almo Collegio Borromeo. Pavia. s.d. Pagina del diario di Dimitri nella quale oltre ai compiti segnati dallo stesso si legge a matita un frammento di lettera per il Rettore Riboldi.
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4. Cartella 4. Pièce TOBIA di Riboldi Testo manoscritto di 41 pagine con postilla di Dimitri Ivanov sulla busta: «Tobbia Libretto fatto da Riboldi». Note: la postilla contiene un’errore nel titolo della pièce, in cui invece di Tobia è riportato Tobbia.
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5. Cartella 5. Eugène Tisserant, cardinal 1 biglietto da visita con la scritta «Pasqua 1944» 2 lettera del 16 febbraio 1945
© Vyacheslav Ivanov Research Center, 2009–2015